venerdì 9 dicembre 2011

"Monti iniquo", elettori PD in rivolta







Brusco risveglio, con annesso ritorno alla realtà, per il popolo di centro-sinistra. Monti ha deciso: a pagare il conto della crisi saranno, tanto per cambiare, pensionati e lavoratori delle fasce deboli. E l'ira degli elettori PD, che avevano accordato un'iniziale fiducia al professore, non ha tardato a esplodere su facebook, arena di confronto pubblico per eccellenza. Ma questa volta ad andare in scena, più che l'indignazione virtuale, è stata una sonora pioggia di vaffa, intercalati dai più inequivocabili messaggi d'addio. "Non vi voterò più" e "mi avete profondamente deluso" tra le parole d'ordine ricorrenti della protesta.

Il temuto giorno del giudizio, insomma, si presenta quantomai puntuale, addirittura al primo appuntamento di rilievo del nuovo esecutivo. A conduzione tecnica sì, ma chiamato a pronunciarsi su nodi che obbligheranno a scelte di campo politiche. E con una strada per le riforme 'europee' che, stando ai primi umori, si preannuncia insidiosa e da percorrere tutta in salita.





        
Eppure il nuovo governo Monti era partito in quarta. Soprattutto a sinistra, Monti è stato accolto con l'enfasi di un liberatore. Gli stessi elettori di centro-sinistra, nel festeggiare a champagne il suo arrivo, ne rimarcavano entusiasti la competenza e il prestigio internazionale. "Debellato il virus berlusconiano" chiosavano arci-sicuri i piddini "Monti ci traghetterà oltre la crisi e dentro l'Europa che conta". Illuminato dal gradimento dell'Economist, garantivano i sinistri, sarà lui a guidarci attraverso la tempesta dei mercati e le nebbie della recessione. Finché lo spread non tornerà a sorridere.. Sì è vero, è un ex advisor di Goldman Sachs, ma il profilo anglosassone è pur sempre sinonimo di una cintura di castità ideologica. E il professore, vedrete, saprà applicarla a qualsiasi appetito da conflitto d'interessi. E giù a cullarsi nell'idea che un habitué del club Bilderberg, avvezzo a discutere coi big di guerre e speculazioni sul debito dei paesi poveri, avrebbe preso a cuore i destini del nostro paese malconcio.

Mai fiducia fu più mal riposta, si potrebbe sentenziare col senno del poi. E fanno persino sorridere i sondaggisti che ancora oggi, all'indomani della durissima manovra, ci dipingono il quadro di un governo Monti in perfetta salute, forte di un 64% di consensi, di cui l'88% tra gli elettori di centro-sinistra. Con il termometro della contestazione che impazzisce su facebook, permettetemi di sollevare qualche piccolo dubbio..

Il fatto è che certe allegre commistioni tra finanza e sinistra c'è chi le andava denunciando da anni, se non decenni. E' dal '92 almeno, anno dei primi governi tecnici a guida Amato e Ciampi, che la sinistra svende il patrimonio pubblico e promuove in ruoli-chiave schiere di banchieri prestati alla politica. Prodi, Ciampi, Dini, Padoa Schioppa, Colaninno suggeriscono qualcosa a qualcuno? Sono occorsi quasi vent'anni, per prenderne coscienza e spezzare l'incantesimo della pretesa supremazia morale della sinistra. Ma ci siamo arrivati, per fortuna. Con Monti, il destino dei grandi traditori del popolo si è infine compiuto. Oggi tutti sanno che dietro la maschera buonista e affabulatoria di Rosy Bindi e Veltroni si nasconde la mannaia tecnocratica di Monti e dei suoi compari della finanza internazionale, tutti speculatori e guerrafondai doc. Il popolo di centro-sinistra è finalmente servito!